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martedì 21 agosto 2012

il napoletano che domò l'Afganistan!***La tigre di Peshawar

Provate a dire ad un bimbo di Peshawar, ora viene Abu Tabela, vedrete come finisce di  far i capricci ! " Se non fai il bravo arriva Abu Tabela". Così dicono le mamme afghane ( anche se Peshawar, è per la geografia disegnata dagli occidentali in Pakistan). Ma chi era Abu Tabela? 
Paolo Crescenzio Martino (Di) Avitabile, noto in Asia centrale come "Abu Tabela" ( lett.:padre Tabela), nato nel 1791 ad Agerola, vicino ad Amalfi,  morto a Napoli nel 1850. Fu, Cavaliere della Legione d'Onore francese, sotto Luigi Filippo,soldato fin da adolescente, servi' sotto Gioacchino Murat e fece carriera nell'esercito napoleonico. Dopo la diafatta di Waterloo,  si sposto' in Medio Oriente e mise la sua esperienza militare al servizio dello Scia' di Persia (anno 1820) per un lustro. Fu quindi insignito dell'onorificenza di commendatore dell'Ordine del Leone e del Sole. Decide quindi, di spostarsi ancora piu' ad est, in Punjab, area a nord dell'India, parte del Pakistan e parte dell'Afghanistan, dove era al comando di c.ca 25.000 uomini. La geografia è un concetto relativo, ancor più in questi luoghi, dove conta l'appartenenza tribale e non il concetto di stato importato dagli occidentali.
Arrivato a Lahore nel 1827, il Maharaja Ranjit Singh (primo maraja' dell'impero Sikh) gli assegna il titolo di governatore del Wazirabad, dove porta ordine con ferocia. Si dice che il Maharaja lo incoraggiasse a formarsi un harem di primissima scelta. A lui si deve la costruzione di Waziribad come del suo modernissimo bazaar secondo criterii novecenteschi; nel 1834 diventa governatore del Peshawar.  Anche nel Peshawar Di Avitabile, usa il pugno di ferro per controllare la riottosa provincia : torture ed esecuzioni  sono all'ordine del giorno. Visto con timore, odio e rispetto allo stesso tempo dalla popolazione del Punjab, Di Avitabile fu apprezzato dagli inglesi per la sua competenza e per la conoscenza delle problematiche legate ad azioni militari in Asia centrale. A tal riguardo, il capitano H.Havelock, così ce lo descrive nei suoi diarii: " E' inoltre franco, diretto, dal carattere allegro e piacevole come persona, quanto esperto ed abile come uifficiale" . Durante la prima guerra anglo-afghana il suo contributo fu determinante per le truppe britanniche, dopo la disfatta di Elphinston,  giacchè Avitabile  controllava un luogo strategico, il lato meridionale del Khyber Pass.
Non fu solo un ufficiale espertissimo, ma anche un erudito ed un ingegnere e collaborò con   Lehna Singh Majithia, il più brillante ingegnere sikh.
Quando le truppe britanniche tornarono per vendicare la disfatta di Elphinston, lui si dispensò in ogni modo per aiutare i britannici: fornì generi di consumo, mezzi di trasporto ed avanzò personalmente più di un milione di rupie.
Tornò infine nel Regno delle Due Sicile, la sua terra, che amava tanto, con un ingente fortuna, accredidata dagli inglesi presso la Banca d'Inghilterra. Inevitabili le liti tra i suoi eredi.
Si stima, dai registri di Ellis Island, che i discendenti di Avitabile, emigrarono in America (U.S.A.) mutando il loro nome nell'anglicizzato Avitable ( forse per un errore), mentre altri ivi registrati portano ancora il nome corretto.
Il generale Avitabile, si spense nel castello di San Lazzaro in Agerola  il 28 Marzo 1850.
Sulla monumentale tomba muraria presso la Chiesa di San Martino Vescovo in frazione Campora, si legge:
"   
NAPOLI, PRIMO TENENTE
PERSIA, COLONNELLO
LAHORE , GENERALE
PESHAWAR, GOVERNATORE....... ed ancora i riconoscimenti:
  
  
Cavaliere della Legione d'Onore e di S. Ferdinando Merito, Commendatore dell'Ordine di Durani e di Ranjit Singh, Gran Cordone del Leone e Sole di Persia, Gran Cordone dei due Leoni e la Corona di Persia, Gran Cordone della Stella Brillante del Punjab."

Si dice che la nipote da lui sposata lo abbia avvelenato,  nè le circostanze delle sua morte,  avrebbero potuto essere diverse dalla sua vita avventurosa.
Non ci sarebbe dispiaciuto leggere i suoi diari, che si trovavano nel suo maniero di San Lazzaro, e che andarono persi.

I metodi di Abu Tabela erano di una brutalità ed efferatezza, che oggi nè mai ci è possibile accettare, seppure la legenda legata al suo nome è veritiera. I generali inglesi dicevano tra l'altro di lui che  gli afhani  lo guardavano con lo stesso timore e la stessa ammirazione con cui  gli sciacalli guardano alla tigre.


***bibliografia----------;
1*Stefano Malatesta, IL NAPOLETANO CHE DOMO' GLI AFGHANI , NERI POZZA ed., pp.176;  



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